
Irene d'Elia, Recensione. S. Argentieri, S. Bolognini, A. Di Ciaccia, L. Zoja, In difesa della psicanalisi, in Frammenti, Rivista di Psichiatria, anno, n.1, Azienda Unità Sanitaria Locale di Ravenna, Ravenna 2015.
La nascita di questo libro è legata alla giornalista Luciana Sica,
scomparsa nella notte del 13 dicembre 2013, all’età di 59 anni. Una
leonessa, così la chiamavano in redazione, conosciuta ai lettori delle
pagine culturali di Repubblica da 20 anni, anche per i suoi articoli sulla
psicoanalisi. In particolare, con il Manifesto in difesa della psicoanalisi,
apparso su Repubblica il 22 febbraio 2012, la giornalista rispose con una
replica decisa, firmata congiuntamente su suo invito, dai quattro maggiori
esponenti della psicoanalisi in Italia, alle critiche mosse alla psicoanalisi
stessa, sulla sua presunta inaffidabilità scientifica e terapeutica nella cura
dei bambini autistici. Questo libro è la prosecuzione logica di questo
articolo, scritto congiuntamente dagli stessi prestigiosi psicoanalisti di
formazione diversa, due freudiani, uno junghiano ed un lacaniano che hanno
saputo mettere da parte le antiche divergenze tra scuole per riconoscere la
comune radice culturale della psicoanalisi. Un libro in cui ciascuno
psicoanalista affronta liberamente dal proprio punto di vista teorico e clinico
un’appassionata difesa della psicoanalisi, con la chiara intenzione di redire
un documento comune e condiviso. E’ un testo che nel suo insieme rivendica la
brillante vitalità della psicoanalisi, riafferma le sue ragioni profonde e la
sua validità disciplinare. Antonio Di Ciaccia paragona questo lavoro a quello
del cartello lacaniano un dispositivo pensato per tenere
insieme l’uno e il molteplice: l’unicità del fine e la molteplicità dei
singoli.
In difesa della psicoanalisi bisogna ricordare che la stessa è
nata dopo l’avvento del pensiero scientifico moderno, Freud, infatti, cercava
la causa dei sintomi che osservava ed è per questo che Lacan afferma che la
psicoanalisi “ha una vocazione di scienza”.